domenica 29 giugno 2008

Giochi di brezza,

E' arrivata, in punta di piedi, invisibile e leggera, nel caldo pomeriggio estivo. Ti accarezza dolcemente e fugge. Chiudi gli occhi e attendi, ritorna, fresca e leggera ti avvolge in un altra carezza e se ne va. Il gioco continua nel pomeriggio assolato: una carezza e poi via a sussurrare alle fronde degli antichi cipressi, storie magiche, storie fatate. Tintinna passando fra i sonagli di uno scacciapensieri e ritorna, ti accarezza i capelli e riparte. Spalanca una porta, curiosa fra i libri, cercando la storia più bella che agli alberi andrà a raccontare, poi esce e con un colpo richiude. Rincorre una nuvola bianca e ritorna, dolcemente ti sfiora la pelle e poi via ondeggiando nel verde dell'erba. Tutto il tuo essere anela a quella carezza incantata che porta ristoro e frescura nella torrida giornata. Aspetti con ansia la brezza leggera che irrompe passando attraverso la valle e sussurra a chi vuole ascoltare le storie più vecchie, le storie più nuove: racconti che parlano d'amore, di gioia e dolore, di magici incontri, di sorrisi di bimbi e giardini incantati. Ti regala profumi di un passato lontano e quando se ne va li porta con sè. Ritorna e i ricordi più belli fioriscono in te. Una lieve tristezza ti scende nel cuore, ma la brezza leggera la porta con sè, lassù dove il cielo più blu.

sabato 14 giugno 2008

La matita arcobaleno

Grigina, così si chiamava la nostra matita, si trovava in fondo ad un cassetto dimenticata da tutti, era un po’ consumata, ma avrebbe potuto lavorare ancora. Ormai in quella casa tutti preferivano usare i pastelli colorati e non la cercavano più. Isabella, che una volta era una sua grande amica e non si separava mai da lei, l’aveva abbandonata in quel cassetto e si era dimenticata della sua esistenza.
La matita era molto triste e sola. Le lunghe e buie giornate all’interno del cassetto erano riempite da pensieri di libertà, di luce, di amicizia, di colori. Quando era stanca di pensare, s’addormentava, ma faceva sempre dei sonni agitati . Qualche volta sognava di essere magica e di cambiare colore ogni volta che lo desiderava, tutti la volevano perché riusciva a colorare paesaggi bellissimi. Quando si svegliava e si accorgeva che era stato solo un sogno, diventava ancora più triste e grosse lacrime scivolavano dalla sua grigia punta. I giorni passavano lenti e nessuno si interessava a lei. Un giorno per qualche strana magia, forse la fatina delle matite ci aveva messo lo zampino (…avete capito bene, anche le matite hanno una fatina che le protegge), il cassetto dove si trovava Grigina rimase aperto. Era una occasione d’oro per uscire. La matita raccolse tutta la forza che aveva e con un balzo riuscì a raddrizzarsi, fece una capriola ed atterrò sopra la scrivania, proprio vicino ad un pastello d’un bel colore viola brillante.
- Ciao, che bel colore che hai! - esclamò la matita – Starebbe bene anche a me! - Mi piacerebbe tanto cambiare colore, così potrei essere ancora utile per colorare qualche bel fiore. Tu sai come si può fare?-
- La matita viola rispose: - Io non lo so, forse il colore rosa che ha più esperienza di me, ti potrà dire qualcosa. Ma non so dove sia finito. -
La nostra matita decisa a cambiare la sua vita, cominciò a cercare il rosa. Fece un altro balzo e finì su un tavolo lì vicino, dove incontrò una matita con un meraviglioso colore azzurro che faceva pensare al mare.
-Hai visto il rosa? - gli chiese - Gli devo parlare, è molto importante, forse tu sai dove lo posso trovare. -
- Forse starà lavorando da qualche parte - rispose l’azzurro – è da un po’ che non lo vedo. -
Grigina fece un altro bel salto e arrivò sull’orlo del tavolo. Cominciò a guardare di qua e di là per scoprire dove poteva trovarsi il rosa, si allungò più che poté, stava quasi per cadere dal tavolo, ma di lui nessuna traccia. S’accorse invece che in un angolino c’era un gruppetto di colori che stavano chiacchierando, erano un rosso, un verde e un giallo.
Un po’ titubante si avvicinò e chiese: - Scusate se vi disturbo, sapete per caso dove si trovi
il rosa ?-
Nessuno lo sapeva. Ma poi al giallo venne in mente che qualcuno l’aveva preso al mattino presto, per colorare il ritratto di una sposa. La matita non si scoraggiò e per tutto il giorno lo cercò, finché lo trovò che riposava sopra un foglio, dove era disegnata una bellissima sposa dal vestito colorato di rosa.
-Senti color rosa - gli disse la matita- posso parlarti? –
- Parla pure – rispose il colore.
- Ho un problema. Potresti aiutarmi? Mi hanno detto che tu hai molta esperienza e che sei molto saggio.-
- Dimmi tutto – sussurrò il rosa.
- Io vorrei cambiare colore, sono stufa di avere addosso questo grigio così monotono che mi fa stare sola, lontana da tutti. Cosa posso fare? -
Il rosa rifletté un attimo, poi le rispose: - Non credo che tu possa cambiare colore, ognuno di noi è nato così, è unico, ciascuno di noi ha uno compito ben preciso, anche tu. Mi spiego meglio: io ad esempio posso colorare solo di rosa, il rosso solo di rosso, il giallo solo di giallo, l’azzurro solo d’azzurro e così per tutti gli altri colori. Solo lavorando assieme, un po’ per ciascuno, possiamo realizzare meravigliosi disegni, per questo tutti siamo necessari ed importanti. Moltissime volte c’è bisogno dell’intervento di una matita sia per preparare lo schizzo di un disegno, che per colorare di grigio. Se vuoi puoi rimanere con noi, potremo lavorare insieme. -
La matita felice accettò, aveva trovato tanti amici. Pensò che voleva farli tutti felici. Su un grande foglio steso sul tavolo disegnò un bel paesaggio con tanti fiori, farfalle, uccellini. Un cielo con le nuvole e il sole, sui monti lontani disegnò un arcobaleno. Chiamò i pastelli e chiese di colorare il paesaggio. Ogni colore si diede da fare e in poco tempo il paesaggio fu completato e divenne bellissimo. Tutti vi avevano lavorato ed erano così contenti che presero per mano la matita e cantando una canzone fecero un girotondo.
Intanto era giunta la sera e i colori stringendosi uno all’altro assieme a Grigina, stanchi e assonnati s’addormentarono. La fatina Arcobaleno che vegliava sempre sulle matite e aveva assistito invisibile a ciò che era successo durante il giorno, volle premiare quella nuova amicizia e così spruzzò un po’ della sua polvere magica sui colori addormentati.
Al mattino Isabella, avvicinatasi al tavolo per prendere le sue matite colorate e andare a scuola non le trovò, al loro posto sulla scrivania c’era una grossa e bellissima matita con tutti i colori dell’arcobaleno ed un stupendo paesaggio disegnato su un foglio.
- Mamma, sei stata tu a farmi questa sorpresa?- gridò Isabella alla mamma che stava preparando la colazione.
Ma la mamma non ne sapeva niente, nemmeno il papà e neanche Bianca la sorellina. Era un mistero. La matita era stupenda e si poteva colorare quello che si desiderava perché conteneva tutti i colori dell’arcobaleno. Isabella la prese e se la portò a scuola. Le avrebbe fatto compagnia e rallegrato la giornata. Non si separò mai da lei, ogni giorno la portava con sé. La chiamò Arcobaleno, perché i disegni che colorava erano luminosi e splendenti proprio come un arcobaleno.

A Isa per il suo Compleanno

mercoledì 4 giugno 2008

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Lo sguardo
vagabondo
fra le stelle,
della notte
senza luna.
Il cammino
stanco e lento
d'un viaggio
senza meta,
sulle strade
della vita.
Desiderio
d'infinito
dentro
l'anima sognante
che riscopre
l'universo.

Commento:siamo polvere di stelle; quando nel buio della notte alziamo lo sguardo, nel loro splendore scopriamo la nostra meta.