Il regalo della luna
Il Vento dell’est era tornato nel bosco di Frescoverde con una nuova storia da raccontare ai suoi amici. - Chissà come fa a conoscere storie così belle?- mormoravano gli abitanti del bosco, ma il Vento dell’est non aveva mai dato alcuna spiegazione. Quando raccontava, nel bosco c’era un profondo silenzio e tutti ascoltavano con attenzione, per non perdersi nemmeno il più piccolo sussurro.
- Oggi vi racconto l’avventura di Tolò - cominciò il vento - un bambino che viveva felice con la sua famiglia in un paese molto lontano da qui.
Era un tipo molto vivace, gli piaceva giocare con i suoi amici,correre,arrampicarsi sugli alberi, passeggiare nel bosco ed ascoltare il canto degli uccellini. Gli piaceva sedersi sull’erba del giardino, guardare le nuvole che si muovevano nel cielo, ascoltare il rumore del vento che passava fra i rami degli alberi e dei cespugli. Gli sarebbe piaciuto tanto viaggiare in lungo e in largo per il mondo per vedere e conoscere cose nuove e incontrare persone diverse, ma era sicuro che lo avrebbe fatto da grande. Una sera d’estate, faceva molto caldo e lui era da solo, perché in quel periodo molti dei suoi amici erano andati in vacanza. Quel giorno aveva finito di leggere un libro che raccontava la storia di un esploratore che aveva attraversato una grande foresta africana. Dopo cena volle uscire un pò in giardino per ammirare il cielo stellato. Guardava il cielo e pensava:
- Che spettacolo stupendo –.
Cominciò a fantasticare, quelle luci lontane lo attiravano, immaginava che lassù vi fossero mondi sconosciuti e meravigliosi dove vivevano fantastici personaggi. Ad un tratto guardando verso la montagna di fronte a lui scorse un chiarore strano.
- Cosa sta succedendo? - mormorò.
In quel momento i grilli che si erano appena svegliati cominciarono il loro concerto di cri cri. Tolò non li ascoltò come faceva di solito, la sua attenzione era attratta da quel chiarore strano che diventava sempre più grande. Ad un certo punto si rese conto che per qualche strana magia riusciva a capire il linguaggio dei grilli, cantavano una canzone che diceva così:
-La luna cammina
nel suo cielo lontano,
c’è una stella piccina
lei la prende per mano.
Mentre stanno sognando
nel lettino i bambini,
passa brillando
sopra case e giardini.
La sua luce d’argento
diventa magia
e per chi lo desidera
incantesimo sia.
Solo verso mattina
quando stanca sarà,
bacia ogni bambino
e a nanna se ne va.
Una nuvola rosa
le fa da lettino
e una stella luminosa
la copre benino.
Dormirà fino a sera
quando il sole tramonta
e bella e leggera
sarà subito pronta.
Cri...cri...cri.
-Ecco cos’era quella luce , la luna che sorgeva! - pensò Tolò. - Stasera però mi sembra diversa dal solito, è più luminosa, più grande, mi sembra perfino che stia ridendo.
Strani bagliori argentati circondarono la luna fino a nasconderla,
- Mongolfiera, mongolfiera,
La mongolfiera docile eseguirà il tuo ordine. Per le emergenze c’è un tastino azzurro da premere e tutto si risolverà.
- Vorrei andare a vedere una foresta africana -.
Mongolfiera d’argento
Tolò era stupito, perché capiva il suo linguaggio, ma nel suo viaggio magico tutto era possibile.
Con un salto la scimmietta gli venne vicino.
-Io mi chiamo Bananì e sono contenta che tu sia qui, avevo proprio bisogno di un amico con cui giocare. Intanto mangia la banana che è buona, te ne posso portare ancora se vuoi-.
Tolò, mangiò la banana che era dolcissima, poi cominciò a giocare con Bananì, dimenticando lo scopo per cui era arrivato fin lì. Si arrampicarono sugli alberi , saltarono, fecero capriole sull’erba e mangiarono altre banane. Nessun animale feroce, nessun serpente velenoso li disturbarono, sembrava che in quel posto ci fossero solo loro. Ad un tratto sentirono un pianto di bimbo. Si guardarono intorno ma non videro nessuno. Ascoltarono meglio e si accorsero che il pianto veniva da dietro un albero, poco lontano. S’avvicinarono piano piano e vicino al tronco dell’albero trovarono un bambino molto piccolo, con grosse lacrime gli scendevano sul viso, accompagnate da profondi singhiozzi.
Cosa ti è capitato?-gli chiesero i due amici.
Il bimbo rispose piangendo:
- Stavo giocando con una scimmietta e non mi sono accorto che mi stavo allontanando dal villaggio. Quando me ne sono accorto, volevo tornare a casa, ma non riuscivo più a trovare il sentiero giusto – .
Con una mano cercò di asciugarsi gli occhi, poi continuò:
- I miei genitori mi staranno cercando preoccupati. –
Tolò cercò di consolarlo e gli disse:
-Cercheremo di aiutarti piccolo, io mi chiamo Tolò e questa è la mia amica Bananì, tu come ti chiami?-
-Il mio nome è Hailù– rispose il bimbo tra i singhiozzi. -
- Non temere - esclamò Tolò - ti porterò a casa io, con il mio pallone magico, vuoi venire con me?-.
Tutti e tre salirono sulla mongolfiera. Tolò non sapeva che parole usare per poter sorvolare la foresta, cercò allora il piccolo pulsante azzurro di emergenza, provò a premerlo e la mongolfiera lentamente salì e cominciò a volare in alto, sopra la foresta. Lassù avrebbero scoperto con facilità dove si trovava il villaggio del piccolo. Infatti, dopo aver sorvolata un po’ la foresta, videro alcune capanne, con uno spiazzo erboso davanti.
- Ecco il mio villaggio! Vedo il mio papà e la mia mamma!-
Bananì batteva le mani contenta. Accompagnata dalle parole magiche, la mongolfiera scese lentamente e si fermò al centro del villaggio. Tolò fece scendere il bambino che corse subito verso i suoi genitori, i quali lo abbracciarono felici. Dalle capanne uscirono altre persone, tutte sorridevano contente. I genitori di Hailù ringraziarono Tolò e lo invitarono a fermarsi un po’con loro. Organizzarono una grande festa con danze e canti in suo onore. Bananì saltellava di qua e di là curiosando dappertutto. In questa atmosfera gioiosa, il tempo passava velocemente. Tolò si accorse che il sole stava per tramontare, era giunto il momento di tornare a casa. Salutò tutti, fece una carezza al piccolo Hailù, diede un buffetto alla sua amica scimmietta che si era fatta un po’ triste e salì sulla mongolfiera .
–Torna ancora a trovarci -gridò Hailù.
Poi pronunciò le parole magiche e continuando a salutare i suoi nuovi amici con le mani , si alzò verso il cielo. Le capanne, gli alberi, le persone divennero ben presto dei puntini lontani, fin che sparirono dall’orizzonte e Tolò fu in alto nel cielo. Velocemente come era andata la mongolfiera tornò al punto di partenza o quasi. Tolò aprì gli occhi e si trovò nel suo letto.
- Ma allora è stato solo un sogno- esclamò.
Il suo sguardo venne attirato da qualcosa che brillava sul suo comodino,era un biglietto argentato con scritto:
“ Arrivederci al prossimo plenilunio d’agosto!”
Commento.
Fantasticare ogni tanto non ti fa dimenticare la realtà in cui vivi, ma ti dona la capacità di renderla più frizzante e colorata