martedì 5 febbraio 2008

Il palloncino che voleva diventare astronauta.

Dedicato alla piccola Isa

Nella piazza del piccolo paese, vicino ad una bella fontana rotonda, c’era un venditore di palloncini. Ne aveva di vari colori e per attirare compratori cantava una filastrocca:

- Palloncini, palloncini,
colorati e assai carini
Rosso, giallo, verde, blu,
scegli quello che vuoi tu.
Tieni forte il filo in mano,
altrimenti van lontano.
Volan subito nel cielo blu
e tu non li vedi più.-

Il venditore di palloncini continuava a ripetere la filastrocca, in attesa che qualche papà o qualche mamma, si fermasse a comperarne uno per il proprio bambino. Intanto i palloncini stavano chiacchierando e si confidavano i loro desideri:
- Io sarei contento che mi comperasse un maschietto – diceva un palloncino verde. –
-Io una bambina bionda – replicava uno giallo. –
- Io vorrei partecipare ad una grande festa di compleanno- esclamò uno dal colore rosso papavero.
Quasi tutti erano contenti di diventare compagni di gioco dei bambini. Ma un palloncino azzurro, tutto coperto di stelline dorate, di nome Blu, diceva brontolando:
-Uffa! La smettete di pensare sempre ai bambini. Io ho progetti più importanti dei vostri, voglio volare in alto nel cielo e scoprire cosa c’è lassù. Voglio volare vicino al sole e la notte passeggiare fra le stelle. Sarà meraviglioso e quando sarò stanco, mi sdraierò su una nuvola per riposare. Poi farò le gare con gli aerei e mi divertirò tantissimo. Un giorno troverò una navicella spaziale che mi ospiterà e mi porterà a visitare l’universo, altro che giocare con dei semplici bambini.-
Gli amici palloncini cercarono di spiegargli che un palloncino non poteva volare così in alto, il materiale con cui erano stati costruiti non avrebbe resistito a lungo, specialmente al calore del sole, c’era il pericolo di scoppiare ed i pezzi si sarebbero sparsi sulla terra. Inoltre, per viaggiare nello spazio, si doveva avere l’equipaggiamento adatto.
Il palloncino rispondeva: - Voi siete solo dei fifoni e non vi piace l’avventura. Appena un bambino mi prende, cercherò di sfuggirgli di mano e inizierò il mio viaggio alla conquista del cielo, Vedete come sono coperto di stelline? Questo è il mio vestito d’astronauta. Viaggerò nello spazio, vedrò cose che voi non vedrete mai, divertitevi pure con i vostri bambini, io diventerò famoso perché sarò il primo palloncino ad esplorare l’universo.-
Ad un tratto, i palloncini smisero di parlare perché avevano visto avvicinarsi una bambina con i suoi genitori, sembrava che avesse proprio l’intenzione di comperarne uno. Ogni palloncino cercando di farsi aiutare dal vento cominciò a dondolarsi nella speranza di essere il prescelto. La bimba, si chiamava Isa, aveva cinque anni ed era una appassionata di palloncini. Le piacevano così tanto che quando era il suo compleanno ne riempiva tutto l’appartamento. Ma il suo compleanno era passato da tempo ed in casa ormai, non ne aveva nemmeno uno, così scorgendo il venditore con tutti quei palloncini, aveva chiesto ai suoi genitori di comprargliene uno. Isa osservava i palloncini uno ad uno, per scegliere quello che le piaceva di più. Il palloncino blu si piegò così tanto verso di lei, facendo brillare alla luce del sole le sue stelline, che Isa scelse proprio lui. Tenendo ben stretto il filo del palloncino nella mano, Isa continuò la sua passeggiata con mamma e papà. Il palloncino Blu ondeggiava nell’aria, in attesa del momento migliore per volare via. Ad un certo punto, non si sa bene perchè, la bimba allentò la stretta del filo al quale era legato il palloncino che subito balzò in alto, volando velocemente verso il cielo. Isa rimase con il naso all’insù, a guardare il suo palloncino che si allontanava veloce verso l’alto, mentre due grossi lacrimoni le scivolavano sul viso. Blu era felice di volare e continuava a salire in alto sempre più in su, finché si trovò vicino alle nuvole, ma non si fermò e salì ancora .Ormai era notte, le stelle si accendevano ad una ad una e il cielo divenne presto un’immensa distesa stellata. Era uno spettacolo meraviglioso, sul palloncino si rifletteva la luce delle stelle che però erano ancora molto lontane e lui era già stanco. Si fermò accanto ad una piccola nuvola bianca e le chiese se poteva ospitarlo per quella notte.
- D’accordo – rispose la nuvoletta - stringi bene il tuo filo attorno a me, così potrai riposare tranquillo-.
Blu dopo aver stretto ben bene il suo filo attorno alla nuvoletta, si sdraiò e dopo pochi minuti s’addormentò. Dormiva un sonno tranquillo, quando un fortissimo rumore lo svegliò. Si guardò intorno, le stelle erano sparite, grandi nuvole nere si rincorrevano nel cielo e quando si avvicinavano una all’altra, si accendeva una scintilla di fuoco, seguita da un fortissimo rombo. Gocce di pioggia cominciarono a colpire il palloncino. Un vento fortissimo sbatteva la nuvoletta bianca di qua e di là per il cielo. Il palloncino impaurito si aggrappò al suo filo, stringendosi più che poteva alla nuvoletta. Era scoppiato un temporale, ma il palloncino non capiva cosa stava succedendo perché non sapeva cos’era un temporale. Impaurito, bagnato, infreddolito, avrebbe desiderato essere nella casa di qualche bambino. Per fortuna, dopo un po’ il temporale diminuì la sua forza, piano piano la pioggia smise di cadere e il palloncino tirò un sospiro di sollievo. Il vento cominciò a spazzare il cielo che in breve si rasserenò. Nel frattempo la notte lasciava il posto alla luce del giorno e un bellissimo azzurro accolse il sole del mattino. Il sole era così luminoso che il palloncino non riusciva a guardarlo. Era così caldo che gli toglieva le forze. Blu cominciò a star male, non riusciva a sopportare quel caldo, anche la sua nuvola con quel caldo si stava sciogliendo finché si dissolse completamente e lui rimase da solo nel cielo. Si sentiva proprio male, non riusciva più a volare in alto, anzi si accorse che stava lentamente scendendo verso terra. Sempre più giù, sempre più giù, la brezza leggera lo faceva ondeggiare, ma la sua discesa continuava. Sfiorò il tetto di un campanile, il camino di una casa, i rami di un albero, sfinito e quasi sgonfio cadde in un giardino. L’avventura tanto sognata era già finita. Avevano ragione i sui amici, loro erano al sicuro assieme ai bambini che li avevano comperati, lui non aveva voluto ascoltarli ed ecco come era finito. Chiuse gli occhi, ormai sarebbe rimasto lì per sempre, consumandosi giorno dopo giorno, senza nessuno con cui parlare. Una lacrima attraversò il palloncino o forse era una goccia di rugiada del mattino, ad ogni modo la sua tristezza era grande. Ad un tratto sentì una voce che diceva:
-Papà vieni a vedere, nel nostro giardino c’è un palloncino blu, con tante stelline!-
Aprì gli occhi e vide un bambino che allungò la mano e lo raccolse con delicatezza.
-Guarda papà è ancora intero-.
Il papà lo prese, allentò lo spago e soffiò all’interno, finché Blu fu ben gonfio. Poi riannodò il filo e lo diede al suo bambino che cominciò a giocare facendogli fare dei piccoli voli. Il palloncino non riusciva a volare tanto alto, ma era contento lo stesso, perché ora non era più solo, anche lui aveva un amico con cui giocare. Ma le sorprese non erano finite. Mirko, così si chiamava il bambino, aveva una amichetta di nome Isa, alla quale piacevano tanto i palloncini, così tanto che quando era il suo compleanno ne riempiva tutto l’appartamento. Ma il suo compleanno era passato da tempo e in casa ormai non ne aveva nemmeno uno, così quel pomeriggio, quando Mirko andò a giocare da lei, portò con sé il palloncino e glielo regalò.

domenica 3 febbraio 2008

Ognuno, Qualcuno, Ciascuno, Nessuno

Ho trovato questa storiella e mi è sembrata molto attuale, è di autore Ignoto.

Questa è la storia di quattro persone di nome: Ognuno, Qualcuno, Ciascuno e Nessuno.
C'era un lavoro urgente da fare e Ognuno, era sicuro, che Qualcuno lo avrebbe fatto. Ciascuno avrebbe potuto farlo, ma Nessuno lo fece. Finì che Ciascuno incolpò Qualcuno perchè Nessuno fece, ciò che Ognuno, avrebbe potuto fare.