domenica 9 novembre 2008

La valle dei draghi

Erano ormai diversi giorni che il vento dell’Est non si faceva sentire e gli abitanti di Frescoverde attendevano con ansia che arrivasse. Passarono molti venti, alcuni simpatici e delicati, altri violenti e brontoloni, ma del vento contastorie nessuna traccia. Finalmente, un giorno caldo e assolato il caro amico vento arrivò e con lui un nuovo fantastico racconto.
Il vento spiegò hai suoi amici che si era recato molto lontano, per questo era rimasto tanto tempo senza passare.
- Ora silenzio, che inizio il racconto- disse il vento dell’est.
Tutti zittirono e nel bosco di Frescoverde si udì solo il leggero mormorio del vento che raccontava.
Martin, era un bambino come tanti, aveva nove anni e abitava in città con i suoi genitori. Quando arrivavano le vacanze d’estate andava sempre dai nonni che abitavano in un paesino di montagna. Gli piaceva molto stare con loro perché era libero di passeggiare nel bosco vicino, di arrampicarsi sugli alberi, di sdraiarsi nei prati e leggere tranquillo i suoi libri di avventura. Dovete sapere infatti che Martin leggeva molto soprattutto storie che parlavano di draghi e cavalieri. Dai nonni aveva fatto amicizia con alcuni bambini e spesso si trovava a giocare con loro a pallone. Un sabato la pioggia cadde per quasi tutto il giorno e Martin non potè uscire a giocare con gli amici. Sul finire del pomeriggio però la pioggia cessò. Nel cielo c’erano ancora molte nuvole, ma Martin chiese al nonno di poter andare nel bosco a cercare funghi, di sicuro con quella pioggia ne erano spuntati molti. Con un cestino in mano s’incamminò verso il bosco. Ogni tanto alzava gli occhi per osservare le nuvole, erano così strane con tutte quelle forme diverse che sembrava assomigliassero ai personaggi dei racconti che leggeva, qualcuna aveva perfino la forma di drago. Il vento trascinava le nuvole di qua e di là ed il cielo diventava sempre più sereno. Martin s’inoltrò nel bosco e cominciò a cercare. Vicino al tronco di un pino trovò due "finferli", erano grandi, belli e sani. Li raccolse e li depose nel cestino, poi si guardò bene intorno per vedere se ne trovava degli altri.
Di colpo il sentiero sparì e così pure gli alberi.
-Povero me, sono finito nella nebbia !- esclamò.
Tutto era nascosto da una coltre grigio perlacea che gli impediva di vedere dove metteva i piedi. Si fermò. La sua pelle era bagnata da innumerevoli goccioline d’acqua. Non sapeva cosa fare, poi si ricordò che il nonno parlandogli della nebbia che in montagna può coglierti all’improvviso, gli aveva detto che quando succedeva era meglio fermarsi ed aspettare che passasse. Si sedette sul sentiero umido e aspettò, aveva quasi paura, intorno c’era un profondo silenzio, come se nel mondo ci fosse solo lui. Ad un tratto gli parve di scorgere un guizzo luminoso.
-Forse è un raggio di sole che riesce a penetrare la nebbia- pensò.
-Di sicuro fra poco la nebbia se ne andrà e così potrò vedere il sentiero per tornare alla casa dei nonni-.
Un altro guizzo di luce, poi un altro ancora e un terzo, sembrava una lampada che si accendeva e subito si spegneva. Fece qualche passo per vedere meglio, quella luce lo incuriosiva. Gli sembrava di galleggiare nell’aria, con cautela fece ancora qualche passo. Molto lentamente, un passo dopo l’altro si avvicinò a quella luce che lampeggiava. Quando fu abbastanza vicino, si accorse che la luce proveniva da un vecchio lampione.
-Che strano non credevo che nei boschi ci fossero lampioni e si che questo bosco lo conosco bene, forse è stato messo proprio per quando c’è la nebbia affinché ci si possa orientare. Si avvicinò e lo toccò. La luce cambiò immediatamente colore divenne arancione, poi blu… verde… rossa… viola. Il caleidoscopio di colori continuava senza fermarsi. Staccò la mano dal lampione e la luce tornò normale. Nel frattempo la nebbia cominciò a diradare fino a scomparire del tutto e con essa sparì anche il lampione. Apparve il sentiero. -Di sicuro c’è una spiegazione- pensò Martin. -Lo chiederò al nonno quando arriverò a casa-.
Il sentiero si snodava davanti a lui fiancheggiato da alberi che piegavano i rami formando un arco sopra la sua testa. Ogni tanto riusciva a scorgere tra le foglie qualche pezzetto di cielo. Sulle foglie degli alberi mosse da un vento leggero, gocce d’acqua brillavano come piccoli diamanti. Non vedeva l’ora di arrivare a casa perché non voleva ritrovarsi ancora nella nebbia. Ben presto si accorse che il sentiero invece di scendere verso la casa dei nonni, saliva verso l’alto. -Va bene- pensò- arriverò più in alto che posso, così potrò vedere meglio e di sicuro riuscirò a scorgere il sentiero giusto. Era andato tante volte in quel bosco e lo conosceva bene o almeno credeva di conoscerlo. Stranamente il sentiero cominciò scender verso la valle. -Meno male- pensò -sono sulla strada giusta. Continuava a guardarsi intorno, ma gli alberi e i cespugli erano troppo fitti per poter controllare se la direzione era proprio quella giusta e poi c’era qualcosa di strano in quel bosco, ma non riusciva a capire cosa potesse essere. Ad un certo punto si rese conto che tutto intorno a lui era di un unico colore: verde. Cespugli, terra, sassi, perfino il cielo che appariva a tratti tra le foglie era di un bel verde brillante. Il sentiero continuava a scendere e quando gli alberi diradarono, davanti agli occhi di Martin apparve una grande valle sconosciuta circondata da alte montagne che non aveva mai visto. Si vedevano grandi macchie verdi muoversi di qua e di là, ma per quanto aguzzasse lo sguardo, non riusciva a capire cosa fossero. –Ma dove sono finito?- mormorò.
Ad un tratto sentì dietro a sé un forte rumore di passi e di rami spezzati. Si fermò impaurito, si guardò intorno ma non c’era nessun posto per nascondersi. Attese con le gambe che gli tremavano, il rumore divenne sempre più forte ed ecco apparire un piccolo…drago.
-Forse sto sognando, non può essere reale tutto ciò, i draghi non esistono -.
Il draghetto si avvicinò, era molto più grande di lui e aprì la bocca, non sputò fuoco come Martin si aspettava, ma parlò:
- Così sei arrivato finalmente, ti stavo aspettando. Io mi chiamo Grinn. Ora seguimi e ti verrà spiegato tutto- così dicendo si incamminò per il sentiero che scendeva verso la valle.
Martin era troppo stupito per parlare e per muoversi. Rimase immobile come se fosse di pietra. Il draghetto si girò e vedendo che Martin non lo seguiva con un vocione simile al tuono gridò: - Non restare lì impalato, vieni, non ti succederà niente-.
Martin si mosse, prima lentamente, poi sempre più veloce, tenendo tuttavia una certa distanza dal draghetto. Man mano che si avvicinavano alla valle le macchie verdi prendevano forma: erano decine e decine di draghi piccoli e grandi. Ce n’erano giganteschi e quando aprivano la bocca ne usciva fumo nero. In pochi minuti arrivarono nell’ampia distesa popolata di draghi.
-Ecco mamma, siamo arrivati- tuonò Grinn, rivolgendosi ad un drago enorme, che si trovava all’inizio della grande distesa.
La draghessa piegò il suo lungo collo verso Martin e con voce profonda ma gentile gli parlò: - Ciao, benvenuto fra noi, non aver paura. Questa è la valle dei draghi, un posto dove vivono da molti e molti anni tutti i draghi esistenti, è un posto segreto sconosciuto agli umani.
Martin si guardò intorno, nessuno di quei draghi aveva lo sguardo minaccioso. Cominciò a rilassarsi ed ascoltò con attenzione ciò che la draghessa stava dicendo. - Devi sapere che una volta, tutti noi abitavamo sulla terra, ciascuno aveva un compagno e amico: era un nobile cavaliere. Assieme si viaggiava per il mondo aiutando chi era in difficoltà, cercando di combattere i cattivi e lavorando perché dovunque ci fosse pace e e tranquillità. Ma alcuni cavalieri, attirati dalla ricchezza e dal desiderio di dominare il mondo, dimenticando i sentimenti di coraggio, lealtà, generosità e altruismo che sempre li animavano, cominciarono a servirsi di alcuni di noi per i loro scopi . Ognuno di noi obbediva al suo padrone, ci furono combattimenti distruzioni incendi. Ben presto capimmo quanto male veniva fatto, quante distruzioni inutili e così ci siamo ribellati abbiamo abbandonato tutto e ci siamo ritirati in questa valle. Sappiamo però che ci sono ancora persone buone e coraggiose pronte a ad usare le proprie capacità a servizio degli altri, sono i novelli cavalieri, sparsi per il mondo ciascuno con un compito da realizzare. Sono tutti in incognito. Ogni cavaliere è collegato con uno di noi e se ce ne fosse bisogno può chiedere il nostro aiuto.
Quando un drago diventa maggiorenne, cioè compie 50 anni, si fa una bellissima cerimonia durante la quale il festeggiato conosce il suo cavaliere e con lui sigilla il patto di amicizia perenne con il quale ognuno dei due si impegna a difendere e aiutare l’altro in qualunque momento. I due si apparterranno per sempre. Per questo, un drago chiamato “drago cercatore” passa attraverso gli uomini e cerca una persona leale e coraggiosa adatta per ricevere questo onore. Si nasconde dietro le nuvole e osserva, facendo in modo che il prescelto giunga al “sentiero della nebbia” fino al lampione magico che lo fa arrivare nella nostra valle per la cerimonia di investitura. Questa volta è mio figlio, il drago che compie 50 anni e dopo accurate ricerche abbiamo deciso che tu potevi essere il suo cavaliere se vorrai accettarlo. Ti abbiamo osservato a lungo e abbiamo visto quanto sei buono, leale e coraggioso e come sai aiutare chi si trova in difficoltà. Cosa ci rispondi?-
Ci fu un momento di silenzio, Martin era stupito mai avrebbe pensato di trovarsi in una così splendida avventura. Con voce decisa rispose: -Accetto, è un grande onore per me diventare il cavaliere di Grinn -.
-Allora iniziamo la cerimonia. Prima di tutto devi entrare nella caverna del fuoco magico, un fuoco che non brucia e che non si spegne mai. All’interno troverai molte pietre, si chiamano Pietre di drago. Dovrai prenderne una e tornare da noi. Grinn ti aspetterà all’ingresso-. Martin si fece coraggio ed entrò nella caverna, il fuoco lo spaventava moltissimo ma si fidava delle parole della draghessa . Intorno a lui enormi lingue di fuoco guizzavano in ogni direzione, ma al suo passaggio si ritiravano lasciando uno spazio libero perché potesse passare. Giunto al centro della caverna trovò le pietre ne raccolse una e tornò dai draghi che lo aspettavano.
-Ora Grinn per la prima volta, devi provare a far uscire dalla tua bocca una fiammata e dirigerla sulla pietra magica per trasformarla-ordinò la mamma, -ricordati che hai tre tentativi a disposizione-. Grinn si avvicinò alla pietra e con quanta forza aveva in gola soffiò. Tutti aspettavano con ansia perché se dopo aver provato tre volte, il fuoco non fosse uscito, il giovane drago avrebbe dovuto aspettare altri cinquanta anni per avere un cavaliere e diventare maggiorenne. Dalla bocca spalancata di Grinn uscì una grande nuvola di fumo nero, tutti stavano osservando con preoccupazione. Grinn si impegnò con tutte le sue forze ed al secondo tentativo una bella fiammata uscì dalla sua bocca e colpì la pietra che si trasformò in un oggetto brillante.
-Vai Martin- disse la draghessa - prendi la pietra magica-. Martin si avvicinò alla pietra che con il fuoco del draghetto si era trasformata in una collana fatta di tanti anelli che brillavano come l’argento, con un ciondolo che sembrava un antica moneta, dove era inciso il nome Grinn. Martin raccolse la collana.
-Ora sei il cavaliere di Grinn, indossa la collana- gli sussurrò la draghessa e sali sulla sua groppa, ti porterà a fare un giro sopra la nostra valle. Martin salì sul dorso del draghetto che si innalzò in volo, sbattendo le sue grandi ali. Si teneva ben stretto per paura di cadere, gli sembrava di essere su un aereo, sotto le cose erano così piccole e lontane, poi si ricordò che era un cavaliere e si fece coraggio. Dopo alcuni voli sopra la valle, sorvolarono le cime delle alte montagne che la circondavano. Il draghetto disse: - Ora siamo legati da un patto perenne di amicizia, se tu avessi bisogno di me basta che scuoti la collana col medaglione ed io arriverò in tuo aiuto, ma se un giorno vedessi il medaglione della tua collana diventare rosso come il fuoco vuol dire che sono io ad essere in difficoltà. Allora recati nel bosco della nebbia e troverai la strada per raggiungere la Valle dei Draghi. Improvvisamente si trovarono all’interno di una nuvola e la voce del drago divenne più fioca come se venisse da lontano.
-Martin addio, non parlare mai con nessuno di ciò che è accaduto oggi, addio, addio… - Martin, dove seiii?- un'altra voce molto più forte coprì quella del draghetto. Si accorse di essere era seduto per terra. La nuvola si stava diradando, vicino a lui, per terra una vecchia collana. La voce si faceva sempre più forte . – Martin! Martin! -Riconobbe la voce del nonno. - Sono qui - gridò. La nebbia sparì del tutto e Martin vide il nonno.
-Quando abbiamo visto la nebbia sul bosco e tu che non tornavi, ci siamo preoccupati- disse il nonno. - Così sono venuto a cercarti. - Hai avuto paura?-
- Non preoccuparti nonno, mi sono ricordato i tuoi insegnamenti a proposito della nebbia e poi io sono un cavaliere - così dicendo infilò la collana in tasca. Nessuno doveva conoscere il suo segreto se non fosse stato estremamente necessario.

Il nonno sorrise, e pensò: - Quanta fantasia ha mio nipote - ed insieme scesero verso il paese.